sabato 5 maggio 2012

Mitologia e storie dall'antichità.

Archimede e l'assedio di Siracusa.

Nel 212 a.C. Il console Marcello ricevette l'incarico di conquistare Siracusa, accusata di aver chiuso i contatti con l'Impero. Furono mobilitate le forze di terra  e di mare contro le esigue forze militari della città, che in verità era difesa da ben altre armi.
Si narra che vivesse a Siracusa il famoso scienziato Archimede, che in occasione dell'assalto alla città progettò e fece costruire mezzi innovativi finalizzati alla difesa:balista, catapulta, scorpione e la leggendaria manus ferrea. Ma l'idea più ingegnosa la ebbe senza dubbio nell'ideare gli specchi ustori, anche se di tale progetto non ne parla nessuno tra i grandi scrittori dell'epoca (Plutarco, Livio, Polibio), ma compaiono dei riferimenti solamente da fonti più tarde. Questi specchi erano di forma parabolica e permettevano di far confluire i raggi solari sulle navi che arrivavano verso riva e quindi di bruciare le navi romane.
Che si tratti di storie vere o verosimili, si è in presenza di progetti nati da un acuto ingegno, che trovarono ulteriori impieghi nei tempi a venire.

Cavallo di troia

In riferimento ad uno dei poemi epici di Omero, cavallo di troia è un modo per indicare uno stratagemma astuto per penetrare le difese. Nell'Iliade si attribuisce il progetto della "macchina da guerra" ad Ulisse, che con la sua nota furbizia riuscì ad entrare nelle mura della città senza alcuno sforzo mettendo a ferro e fuoco le abitazioni durante la notte. Dopo 10 anni di lunghi combattimenti tra troiai e greci, quest'ultimi preferirono utilizzare l'ingegno e sotto la guida di Odisseo si nascosero all'interno del cavallo ligneo che fu ingannevolmente lasciato ai troiani in segno di pace. Quando tutto si fece silenzio e scese la notte, ad Ulisse e ai suoi compagni non rimase che aprire le porte delle mura al resto delle truppe e per la città di Troia non ci fu più scampo.








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